Per questo nacque il premio Ischia ideato da Giuseppe Valentino
Ischia Luglio 2004- Il Premio Ischia Internazionale di Giorna lismo compie 25 anni.
Vale la pena di dedicare a questa ricorrenza alcune considerazioni. Innanzitutto 25 anni sono una bella età, bella in ogni senso, anche per una persona: figuriamoci per un Premio! 25 anni sono un intervallo di tempo sufficiente a notare, in una persona così come in una società, i cambiamenti che si sono verificati e i percorsi compiuti ma bastano appena a conquistare una prospettiva di giudizio critico, libero ed approfondito, su quei percorsi e quei mutamenti. Quando non succede che, una persona così come una società ,si ostini a non voler vedere i cambiamenti, con conseguenze che, da ridicole e magari patetiche, possono diventare drammatiche! Se però in ciascuno di quei 25 anni l’osservatorio è stato quello privilegiato del l’informazione giornalistica, si sono raccolti ed archiviati a futura memoria elementi importanti perché in seguito si possa giungere alla formulazione di giudizi valutativi storicamente appropriati.
Che l’osservatorio costituito dal Premio Ischia sia privilegiato è un dato di fatto: nel corso di questo ultimo quarto di secolo sono stati premiati i nomi più rappresentativi del giornalismo italiano ed internazionale, come l’albo d’oro del Premio testimonia.
Valga qui, ad esemplificare il prestigio del la compilation, solo qualche nome, da Montanelli a Cronkite, da Biagi a Colombanì, Mieli, Spadolini, Salisbury, Arnett, Stothard… I giornalisti presenti nell’albo d’oro sono espressione di una tensione etica che sottende alla ricerca delle possibili verità dei fatti e alla volontà di documentarle senza pregiudizi,o peggio,faziosità,ma nella sincera profonda lealtà dei propri convincimenti. Verità possibili, e diverse, perché l’unicità del vero appartiene alla metafisica,non alla storia.Informazione come occhio vigile della democrazia.Quanto più l’informazione,in tutte le sue forme, è ricca, pluralista, verificata, tanto più si accresce nel pubblico dei lettori, ascoltatori, spettatori, la possibilità di consapevolezza e libertà di giudizio critico nei confronti di scelte politiche, operazioni economiche, orientamenti scientifici,culturali,morali… Informazione,dunque,come strumento,e insieme esercizio,di libertà democratica. Qualsiasi strumentalizzazione, così come qualsiasi bavaglio, sono destinati a minare alle fondamenta i principi di uguaglianza, giustizia,libertà,su cui è costruita la cultu ra della democrazia e della pace.
Alla professione del giornalismo spesso si rimproverano,a torto o a ragione,rivalità e ostilità fra i suoi iscritti. La giuria del Premio esprime con attenzione e serenità il proprio giudizio sui colleghi,e li designa quali candidati alla vittoria. Certo, anche gli errori sono possibili, ma compiuti in perfetta lealtà. Se il giornalismo non è attento alla realtà,che giornalismo è?Se un Premio di Giornalismo non è attento alla complessità di quella stessa realtà,Ed ecco il Premio accompagnato da tavole rotonde e dibattiti incentrati su temati che di grande interesse e di “attualità” che,quasi a riflettere l’ambientazione meridionale in cui il Premio è nato e si è radicato,hanno spesso,ma non solo,affrontato argomenti relativi al Mezzogiorno.Il Premio registra anche le modifiche che l’evolversi dei tempi impone al giornalismo medesimo: nel corso dei suoi 25 anni, si è ampliato per comprendere, oltre che le sezioni riguardanti l’informazione scritta,il giornalismo internazionale,quel lo radiofonico e televisivo,anche le sezioni relative alle agenzie di stampa, al giornalismo dei fotoreporter, al giornalismo on line.Due premi hanno un particolare significato, esprimendo l’attenzione verso lenuove leve del giornalismo, i giovani cheaffrontano con entusiasmo le difficoltàdella professione giornalistica. Sitratta del premio dedicato alla memoria di Angelo Rizzoli,che tanta fiducia ebbe nelle risorse economiche dell’isola d’Ischia,e di quello dedicato a Marco Suraci: una borsa di studio da assegnare al giornalista professionista che abbia superato gli esa mi nel corso dell’anno con il miglior punteggio
.Riconoscere il valore dei giovani significa avere la certezza che la serietà professionale e la dedizione al proprio mestiere continueranno a rappresentare quelle tu tele al bene comune della democrazia cui si è accennato in precedenza. Il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo si è conquistato, con l’onorabilità della sua storia,un riconoscimento prestigioso:l’Alto Patronato del Presidente del la Repubblica.Tale benemerenza significa riconoscimento dell’impegno morale fon dante del lavoro dei giornalisti ma anche richiamo a che quell’impegno non venga mai trascurato.Un monito per tutti. La storia del Premio è fatta anche di spet tacolo, e non potrebbe essere diversa mente, non solo perché la formula dello spettacolo,trasmesso ormai da anni dalla Radiotelevisione italiana, consente ad un pubblico vasto e variegato di familiarizzare con nomi e storie del giornalismo, ma anche perché tanto spesso è il giornalismo stesso a diventare spettacolo, vuoi per le circostanze eccezionali di cui tal volta è testimone, vuoi per le esaspera zioni in cui talvolta eccede pur di conquistare ascolto.Vale dunque sempre più la regola dell’equilibrio professionale dei giornalisti,che scelga modi e tempi perchéi contenuti dell’informazione risultino sempre esemplarmente chiari e non fuorvianti. Il Premio Internazionale di Giornalismo a Ischia.
È doveroso tornare indietro di 25 anni, a quel 1980 in cui il Premio nacque, per volontà di un giornalista ischitano, Giuseppe Valentino,innamorato della sua isola e convinto che Ischia, antica culla della civiltà occidentale, potesse rappresentare un luogo di incontro,di verifica,di scambio nel mondo dell’informazione. Aveva visto giusto, e il Premio è cresciuto,forse al di là delle sue stesse speranze ma in linea con le premesse.Un plauso va ai suoi figli,Benedetto ed Elio,che si sono dati da fare per garantire un futuro all’iniziativa,tanto da essere giunti alla creazione, da quest’anno appunto, di una Fondazione Premio Ischia. Grande riconoscimento va al Il Mattino, quotidiano napoletano che,negli anni della direzione di chi scrive, credette nel Premio e nel ruolo che il giornale poteva avere per far conoscere una iniziativa fondata sulla serietà e l’importanza del lavoro giornalistico.