Un’isola che fa capire perché l’Italia è un paese diverso dagli altri
Ischia, settembre 1985 – Nei tempi duri del regime sovietico circolava una barzelletta che diceva: “I premio: un viaggio a Mosca, II premio: due viaggi a Mosca, III premio: tre viaggi a Mosca…”. Credo che quando ho ricevuto il Premio Ischia, nel 1985 il premio fosse anche e soprattutto il viaggio a Ischia.
Un’isola che fa capire subito perché l’Italia è un Paese diverso dagli altri. Chi, come me, ha abitato per 13 anni fuori dall’Italia, viaggiando poi moltissimo per lavoro in tanti paesi, si rende conto che possediamo gioielli straordinari, che non apprezziamo (e valorizziamo) abbastanza.
L’occasione di un premio è poi sempre occasione di bilanci. Sul proprio lavoro, ma anche sulla nostra professione. Riusciamo veramente, con il nostro lavoro a comunicare col pubblico attraverso un linguaggio giusto per aiutarlo a capire meglio il proprio tempo? Non ne sono molto sicuro. In un paese in cui la metà della popolazione adulta ha dalla quinta elementare in giù, bisognerebbe guardare non solo avanti, ma anche un po’ indietro. Molti dei premiati di questi due decenni a Ischia hanno saputo farlo, senza nulla sottrarre alla qualità dei contenuti. C’è da augurarsi che nei prossimi cruciali 20 anni molti altri giornalisti ricevano il Premio Ischia proprio per essere riusciti ad allargare sempre più il cerchio e a spiegare sempre meglio il mondo complicato in cui viviamo.